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30 Novembre 2020

Big Data: innovazione e rivoluzione

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  Leggi anche: Sviluppatori Mobile: gli “unicorni” del mondo ICT Il Digital è entrato nelle aziende Cyber Security: profili professionali   Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il termine Big Data, usato per indicare un ampio volume di dati digitali complessi, viene comunemente associato al fenomeno di immagazzinare, gestire ed analizzare grandi quantità di dati. La possibilità di estrarre informazioni, di accumulare grandi insiemi di dati, di gestirli ed analizzarli rendono inevitabilmente i Big Data preziosi per le organizzazioni. Il valore aggiunto sta nella possibilità di poter utilizzare le informazioni raccolte a favore dell’attività aziendale, conoscendo i rischi e le opportunità del mercato. I Big Data, visti come necessità e crescita di business, permettono di essere competitivi e capaci di effettuare nuove sperimentazioni, di sviluppare nuovi modelli di business, analizzando i comportamenti di acquisto e profilando gli utenti in base alle loro modalità di navigazione, dal momento che la raccolta avviene soprattutto tramite fonti online. Da studi specifici effettuati, emerge che l’implementazione di azioni legate ai Big Data effettuata dalle aziende, oltre ad essere fortemente vantaggiosa, può inevitabilmente portare alla nascita di problematiche, relative soprattutto a sicurezza ed insufficienza di budget. Per questo è necessario, al fine di rendere i dati una risorsa preziosa, che le aziende implementino soluzioni derivanti dai Big Data utilizzando gli strumenti più efficaci ed acquisendo competenze specifiche. In particolare, occorre dotarsi di processi di catalogazione e stoccaggio adatti, di software di analisi statistica specifica e macchine hardware potenti con l’obiettivo di gestire, in maniera idonea, l’estrazione di informazioni anche predittive. L’interesse verso la raccolta dei dati, gestita spesso da algoritmi capaci di catalogare e strutturare le informazioni, ha generato la nascita di più società che si occupano di raccolta e strutturazione dei dati. L’esigenza di operare  con competenza e consapevolezza nell’era dei Big Data ha portato alla richiesta di figure in possesso di competenze tecniche avanzate, con capacità strategiche e relazionali, capaci di partecipare attivamente ed in maniera propositiva all’evoluzione del mercato. Alcune delle figure professionali maggiormente ricercate sono: Data Engineer, Data Scientist, Data Architect, Chief Data Officer. La ricerca e l’inserimento di queste figure nella propria struttura aziendale non è facile; è per questo che risulta sempre più efficace rivolgersi a professionisti in grado di offrire supporto e fornire una mappatura del mercato, utile al fine di intercettare talenti (leggi “L’head hunter? Un alleato strategico”). C’è chi vede i Big Data come necessità e crescita, chi come un passaggio verso un modo nuovo e diverso di gestire il business. Sicuramente, è innegabile il valore aggiunto che portano in ogni settore e tipologia di organizzazione.

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Il termine Big Data, usato per indicare un ampio volume di dati digitali complessi, viene comunemente associato al fenomeno di immagazzinare, gestire ed analizzare grandi quantità di dati. La possibilità di estrarre informazioni, di accumulare grandi insiemi di dati, di gestirli ed analizzarli rendono inevitabilmente i Big Data preziosi per le organizzazioni. Il valore aggiunto sta nella possibilità di poter utilizzare le informazioni raccolte a favore dell’attività aziendale, conoscendo i rischi e le opportunità del mercato. I Big Data, visti come necessità e crescita di business, permettono di essere competitivi e capaci di effettuare nuove sperimentazioni, di sviluppare nuovi modelli di business, analizzando i comportamenti di acquisto e profilando gli utenti in base alle loro modalità di navigazione, dal momento che la raccolta avviene soprattutto tramite fonti online. Da studi specifici effettuati, emerge che l’implementazione di azioni legate ai Big Data effettuata dalle aziende, oltre ad essere fortemente vantaggiosa, può inevitabilmente portare alla nascita di problematiche, relative soprattutto a sicurezza ed insufficienza di budget. Per questo è necessario, al fine di rendere i dati una risorsa preziosa, che le aziende implementino soluzioni derivanti dai Big Data utilizzando gli strumenti più efficaci ed acquisendo competenze specifiche. In particolare, occorre dotarsi di processi di catalogazione e stoccaggio adatti, di software di analisi statistica specifica e macchine hardware potenti con l’obiettivo di gestire, in maniera idonea, l’estrazione di informazioni anche predittive. L’interesse verso la raccolta dei dati, gestita spesso da algoritmi capaci di catalogare e strutturare le informazioni, ha generato la nascita di più società che si occupano di raccolta e strutturazione dei dati. L’esigenza di operare  con competenza e consapevolezza nell’era dei Big Data ha portato alla richiesta di figure in possesso di competenze tecniche avanzate, con capacità strategiche e relazionali, capaci di partecipare attivamente ed in maniera propositiva all’evoluzione del mercato. Alcune delle figure professionali maggiormente ricercate sono: Data Engineer, Data Scientist, Data Architect, Chief Data Officer. La ricerca e l’inserimento di queste figure nella propria struttura aziendale non è facile; è per questo che risulta sempre più efficace rivolgersi a professionisti in grado di offrire supporto e fornire una mappatura del mercato, utile al fine di intercettare talenti (leggi “L’head hunter? Un alleato strategico”). C’è chi vede i Big Data come necessità e crescita, chi come un passaggio verso un modo nuovo e diverso di gestire il business. Sicuramente, è innegabile il valore aggiunto che portano in ogni settore e tipologia di organizzazione.

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Il termine Big Data, usato per indicare un ampio volume di dati digitali complessi, viene comunemente associato al fenomeno di immagazzinare, gestire ed analizzare grandi quantità di dati. La possibilità di estrarre informazioni, di accumulare grandi insiemi di dati, di gestirli ed analizzarli rendono inevitabilmente i Big Data preziosi per le organizzazioni. Il valore aggiunto sta nella possibilità di poter utilizzare le informazioni raccolte a favore dell’attività aziendale, conoscendo i rischi e le opportunità del mercato.

I Big Data, visti come necessità e crescita di business, permettono di essere competitivi e capaci di effettuare nuove sperimentazioni, di sviluppare nuovi modelli di business, analizzando i comportamenti di acquisto e profilando gli utenti in base alle loro modalità di navigazione, dal momento che la raccolta avviene soprattutto tramite fonti online.

Da studi specifici effettuati, emerge che l’implementazione di azioni legate ai Big Data effettuata dalle aziende, oltre ad essere fortemente vantaggiosa, può inevitabilmente portare alla nascita di problematiche, relative soprattutto a sicurezza ed insufficienza di budget. Per questo è necessario, al fine di rendere i dati una risorsa preziosa, che le aziende implementino soluzioni derivanti dai Big Data utilizzando gli strumenti più efficaci ed acquisendo competenze specifiche. In particolare, occorre dotarsi di processi di catalogazione e stoccaggio adatti, di software di analisi statistica specifica e macchine hardware potenti con l’obiettivo di gestire, in maniera idonea, l’estrazione di informazioni anche predittive.

L’interesse verso la raccolta dei dati, gestita spesso da algoritmi capaci di catalogare e strutturare le informazioni, ha generato la nascita di più società che si occupano di raccolta e strutturazione dei dati. L’esigenza di operare  con competenza e consapevolezza nell’era dei Big Data ha portato alla richiesta di figure in possesso di competenze tecniche avanzate, con capacità strategiche e relazionali, capaci di partecipare attivamente ed in maniera propositiva all’evoluzione del mercato.

Alcune delle figure professionali maggiormente ricercate sono: Data Engineer, Data Scientist, Data Architect, Chief Data Officer. La ricerca e l’inserimento di queste figure nella propria struttura aziendale non è facile; è per questo che risulta sempre più efficace rivolgersi a professionisti in grado di offrire supporto e fornire una mappatura del mercato, utile al fine di intercettare talenti (leggi “L’head hunter? Un alleato strategico”).

C’è chi vede i Big Data come necessità e crescita, chi come un passaggio verso un modo nuovo e diverso di gestire il business. Sicuramente, è innegabile il valore aggiunto che portano in ogni settore e tipologia di organizzazione.

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Il termine Big Data, usato per indicare un ampio volume di dati digitali complessi, viene comunemente associato al fenomeno di immagazzinare, gestire ed analizzare grandi quantità di dati. La possibilità di estrarre informazioni, di accumulare grandi insiemi di dati, di gestirli ed analizzarli rendono inevitabilmente i Big Data preziosi per le organizzazioni. Il valore aggiunto sta nella possibilità di poter utilizzare le informazioni raccolte a favore dell’attività aziendale, conoscendo i rischi e le opportunità del mercato. I Big Data, visti come necessità e crescita di business, permettono di essere competitivi e capaci di effettuare nuove sperimentazioni, di sviluppare nuovi modelli di business, analizzando i comportamenti di acquisto e profilando gli utenti in base alle loro modalità di navigazione, dal momento che la raccolta avviene soprattutto tramite fonti online. Da studi specifici effettuati, emerge che l’implementazione di azioni legate ai Big Data effettuata dalle aziende, oltre ad essere fortemente vantaggiosa, può inevitabilmente portare alla nascita di problematiche, relative soprattutto a sicurezza ed insufficienza di budget. Per questo è necessario, al fine di rendere i dati una risorsa preziosa, che le aziende implementino soluzioni derivanti dai Big Data utilizzando gli strumenti più efficaci ed acquisendo competenze specifiche. In particolare, occorre dotarsi di processi di catalogazione e stoccaggio adatti, di software di analisi statistica specifica e macchine hardware potenti con l’obiettivo di gestire, in maniera idonea, l’estrazione di informazioni anche predittive. L’interesse verso la raccolta dei dati, gestita spesso da algoritmi capaci di catalogare e strutturare le informazioni, ha generato la nascita di più società che si occupano di raccolta e strutturazione dei dati. L’esigenza di operare  con competenza e consapevolezza nell’era dei Big Data ha portato alla richiesta di figure in possesso di competenze tecniche avanzate, con capacità strategiche e relazionali, capaci di partecipare attivamente ed in maniera propositiva all’evoluzione del mercato. Alcune delle figure professionali maggiormente ricercate sono: Data Engineer, Data Scientist, Data Architect, Chief Data Officer. La ricerca e l’inserimento di queste figure nella propria struttura aziendale non è facile; è per questo che risulta sempre più efficace rivolgersi a professionisti in grado di offrire supporto e fornire una mappatura del mercato, utile al fine di intercettare talenti (leggi “L’head hunter? Un alleato strategico”). C’è chi vede i Big Data come necessità e crescita, chi come un passaggio verso un modo nuovo e diverso di gestire il business. Sicuramente, è innegabile il valore aggiunto che portano in ogni settore e tipologia di organizzazione.

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