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18 Settembre 2020

Gli artisti del futuro? Saranno i computer

Cercasi artista e compositore informatico”: un annuncio di lavoro come questo potrebbe oggi far sorridere molti musicisti, impegnati in studio a registrare la melodia del prossimo brano di successo. Eppure, in un futuro neanche troppo lontano, potrebbe diventare la normalità per chi cerca un’opportunità di lavoro in questo settore.

Il connubio musica-informatica, a onor del vero, ha radici lontane: fin dagli anni cinquanta si sperimenta musica generata con i computer, ma nell’ultimo decennio questo processo ha subito una brusca accelerata. Il progetto più riuscito è senza dubbio “I Am I”, album di esordio dell’artista pop emergente Amper. Musicista, compositore e produttore, Amper non è altro che un programma open source capace di creare un intero album di inediti, e le 2 milioni di visualizzazioni del brano “Break Free” certificano il successo di questo esperimento. Qui l’intervento dell’essere umano, ad opera della cantante Taryn Southern (che vanta su You Tube quasi un miliardo di visualizzazioni), si è limitato esclusivamente agli arrangiamenti e alla voce.

Amper non è certo il primo sistema di AI in grado di creare musica, nonostante sia di gran lunga il più evoluto. Suo antenato si potrebbe considerare il progetto Aiva (Artificial Intelligence Virtual Artist), il primo compositore virtuale di musica classica realizzato dai fratelli e ingegneri informatici Pierre e Vincent Barreau nel febbraio 2016: Aiva è in grado di comporre brani inediti basandosi sulle partiture di grandi compositori come Mozart, Bach, Beethoven e Vivaldi. Qui però il contributo dell’uomo è ancora fondamentale, soprattutto in fase di orchestrazione, arrangiamenti e produzione. Alla base di questo sistema ci sono algoritmi di apprendimento approfondito (Deep Learning), una tipologia di Machine Learning in cui interagiscono molteplici reti neurali artificiali, che imitano il funzionamento del cervello umano. Insomma, pare che gli informatici stiano via via affermandosi come gli artisti del domani, lavorando, se non per sostituire quantomeno per supportare cantanti e compositori.

Questo significa che un giorno sui palchi dei più grandi concerti le star saranno dei computer?

Può sicuramente sembrare utopistico, eppure non è una possibilità così remota. Basti anche solo pensare a come è cambiato in tempi recenti il modo di ascoltare la musica: se un tempo feste e locali erano i palcoscenici di giovani dj, oggi la playlist la creano piattaforme di streaming come Spotify, grazie all’intelligenza artificiale. Ma se l’evoluzione della tecnologia negli ultimi decenni è un fatto accertato, i limiti di questa tecnologia sono ancora tutti da scoprire.

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