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02 Dicembre 2019

La dura arte di leggere CV

…Ovvero quanto traspare da un cv spesso non è confermato dal colloquio col candidato.

Una delle attività più divertenti di un recruiter è quella di leggere i cv dei candidati sperando sperando di trovare il profilo perfetto.
Il curriculum è uno strumento per promuoversi nel mondo del lavoro, ma spesso le attese del recruiter sono deluse dall’incontro diretto col candidato.
Ci sono elementi che non mancano mai nel candidato tipo apparentemente perfetto. I suoi hobby non sono mai quelli di una persona normale come le barzellette o le uscite con gli amici. Il candidato tipo ama la botanica, l’entomologia e la numismatica. Non dico che dobbiamo essere come Alberto Sordi e la “buzzicona” in visita alla Biennale, ma forse ci vorrebbe un po’ più di leggerezza nel capire che il recruiter non è per forza la signorina Rottermeier.
La cosa bizzarra è che queste attese vengono regolarmente infrante dalla realtà. Ricordo un candidato (che poneva la curiosità tra le sue caratteristiche primarie) che non sapeva chi fosse Oltrado da Tresseno, personalità alla quale era intitolata la via in cui era nato, come se in una persona mediamente curiosa non fosse mai sorto l’interesse di chi fosse il personaggio dal nome così insolito che aveva dato il nome alla strada di casa sua.
Sulle lingue non mi dilungherò. A parte la segnalazione di essere “madrelingua italiano” (difficile da dedurre quando ci si chiama Luca e si nasce a Rho), il candidato tipo non può che avere un inglese ottimo che, in sede di colloquio, si tramuta in un “grammatica così così, ma mi faccio capire” o similia.
Il candidato tipo è sempre proattivo, ossia un moderno Nostradamus.
Non può che essere bravo a lavorare in team. Ecco allora una massa di Gattuso disposti a timbrare prima degli altri, saltare le pause pranzo, uscire per ultimi dall’ufficio per il bene supremo della squadra! Credo che, se mai ricevessi il cv di un candidato che si definisce “individualista” lo chiamerei subito, per lo meno per onestà intellettuale!
Per non parlare dei criteri che il candidato tipo sceglie per candidarsi ad un annuncio. C’è chi risponde a tappeto ad ogni tipo di posizione, come se il recruiter dall’altra parte non si accorgesse che sta sparando a 360° nella speranza di colpire almeno un bersaglio. C’è chi prende meglio la mira e allora vedi il softwarista che si candida per guidare un team di creativi o il community manager che vuole diventare tutto d’un tratto analista di sistema.

Un pizzico di umiltà e sincerità nello scrivere il cv sarebbe richiesto o l’effetto è quello grottesco di una Serbelloni Mazzanti Viendalmare.

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