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31 Gennaio 2024

Welfare. Alla ricerca della felicità in azienda

Il benessere è diventato sempre più un imperativo tra i lavoratori. Anche se il 93% si dichiara infelice. Necessario prevenire i fenomeni legati allo stress

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I sintomi del malessere e i segnali da non sottovalutare

Gli ultimi tre anni hanno provocato una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro e il fenomeno delle grandi dimissioni, che ha caratterizzato l’uscita dalla pandemia, sembra essere tutt’altro che concluso. In Italia, complessivamente, il 46% dei lavoratori ha cambiato lavoro negli ultimi 12 mesi o ha intenzione di farlo, una percentuale che raggiunge il 77% per gli under 27. E il 55% di chi dice di voler cambiare lavoro sta già facendo colloqui. Ma non tutti quelli che lo hanno fatto hanno trovato quel che cercavano: il 41% si è pentito della scelta fatta. Inoltre ben il 12% dei lavoratori italiani (circa 2,3 milioni) oggi si limita a fare il minimo indispensabile e non è coinvolto emotivamente nelle attività lavorative, perché non si sente valorizzato nei propri talenti e ha deciso di “spegnersi”, utilizzando al minimo le proprie energie sul lavoro. All’estremo opposto, c’è un 6% (circa 1,1 milioni) che non riesce a smettere di lavorare, anche nei momenti in cui ci si dovrebbe dedicare alla vita privata. Fenomeni diversi, che sono sintomo di un malessere diffuso. D’altronde, oggi solo il 7% (circa 1,3 milioni) dichiara di essere “felice”. E solo l’11% sta bene su tutte e tre le dimensioni del benessere lavorativo: psicologica, relazionale e fisica. L’aspetto più critico è quello psicologico: il 42% dei lavoratori ha avuto almeno un’assenza nell’ultimo anno per malessere psicologico e/o relazionale. In questo mercato del lavoro così travagliato si aggiunge un’altra criticità: il 59% delle organizzazioni prevede una crescita dell’organico nel 2023, ma il 94% ha difficoltà ad assumere nuovo personale. Una difficoltà che riguarda in primis le professionalità digitali, ma non solo: mancano anche profili tecnici, operai e manutentori. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Hr Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano. Benessere e burnout sono i due termini, diametralmente opposti, che sono entrati – soprattutto negli ultimi anni – in molte discussioni legate al mondo del lavoro. Il primo è uno degli aspetti più desiderati e ricercati dai candidati, il secondo è quello da scongiurare a qualunque costo. I sintomi di un possibile burnout sono molteplici, ma identificare il problema – anche nella sua fase più embrionale – è fondamentale per tutelare la propria salute mentale e continuare a lavorare serenamente. Hunters Group ha condotto un sondaggio tra oltre 1.000 candidati italiani e ha individuato le quattro cause più comuni del burnout in ufficio:

Carichi di lavoro eccessivi. Periodi sporadici di lavoro intenso ci sono e ci saranno sempre, in qualunque azienda. Il problema sorge quando questo diventa un’abitudine. È un segno inequivocabile che qualcosa non funziona a livello manageriale e, a lungo andare, potrebbe causare stress. Per evitarlo è importante cercare un confronto per capirne il motivo e trovare insieme una possibile soluzione e tutelare il proprio work-life balance (la conciliazione vita privata-lavoro) che non deve mai passare in secondo piano.

Clima ostile. Le incomprensioni con colleghi e manager possono impattare negativamente sulle relazioni interpersonali e compromettere il clima in un luogo dove passiamo gran parte delle nostre giornate. È importante, quindi, cercare di costruire buoni rapporti, basati su trasparenza, correttezza e cordialità affinché ogni problema possa essere affrontato (e risolto) con il dialogo.

Mancato riconoscimento del proprio lavoro. Non vedere riconosciuti i propri sforzi, il proprio impegno e il proprio lavoro può far sentire a disagio e favorire il burnout. Se poi aggiungiamo la sensazione di ricevere una retribuzione inadeguata, il rischio aumenta notevolmente. Anche in questo caso, tentare di avere un confronto sincero e aperto con i propri manager aiuta sicuramente a migliorare la propria situazione.

 

 

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