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16 Gennaio 2020

Ibrido vs Nativo: guerra all’ultima App

Quando si parla di applicazioni mobile, in particolare tra i non addetti ai lavori, c’è la tendenza a considerarle come un unico grande insieme omogeneo. In realtà non è così, e conoscerne le differenti tipologie è fondamentale per fare la scelta migliore per il proprio business nel momento in cui si decide di svilupparne una.

Innanzi tutto una app mobile è un’applicazione studiata e sviluppata per i dispositivi mobili che permette l’accesso a diverse funzionalità del telefono. Ogni telefono funziona grazie a un sistema operativo, proprio come avviene per i PC. I principali concorrenti sul mercato sono Android, di proprietà di Google, iOS, sviluppato da Apple e Windows Phone di Microsoft.

Le app si distinguono fondamentalmente in due grandi categorie: ibride e native.

Le applicazioni native sono quelle sviluppate appositamente per un particolare sistema operativo (Android, iOS o Windows), con uno specifico linguaggio di programmazione per il sistema stesso (Java, Objective C, C#). Essendo create ad hoc hanno elevate prestazioni, maggiore velocità di utilizzo, possibilità di attivare notifiche push e non hanno necessariamente bisogno di internet per funzionare. Tutti questi elementi portano però ad un conseguente aumento dei costi di realizzazione. Inoltre risulta più laborioso il processo di aggiornamento, che deve essere replicato per ogni sistema operativo per il quale la app è stata creata.

Le applicazioni ibride sono sviluppate con linguaggi tipici del mondo web, HTML/CSS e JavaScript, indipendentemente dal sistema operativo sul quale verranno installate. Il codice unico viene poi adattato per le diverse piattaforme attraverso framework come PhoneGap. Dovendo sviluppare un’unica versione, la creazione di una app ibrida è più veloce e meno costosa di una nativa oltre che più rapida da aggiornare. Tuttavia ha prestazioni più ridotte e meno adattabilità al sistema operativo in uso.

All’estremo opposto delle applicazioni ibride si trovano le web app. Queste funzionano tramite browser senza la necessità di scaricare l’applicazione sul dispositivo. Per semplificare, sono la versione mobile di un sito web: si sviluppano esattamente allo stesso modo, senza occupare memoria e rendendo più facilmente fruibile sul telefono i
contenuti di una normale pagina web. I costi di realizzazione sono certamente più contenuti ma le prestazioni sono inferiori proprio perché, come le app ibride, non sono create appositamente per un sistema operativo o uno specifico linguaggio.

Decidere quale delle tre tipologie sia la migliore è molto difficile, perché tutto dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere grazie alla app e dalla disponibilità di risorse, sia in termini economici che di competenze tecniche. Ad esempio, un e-commerce molto strutturato e con grossi volumi di traffico sicuramente dovrà puntare su una applicazione nativa che permetta prestazioni elevate, più funzionalità e una migliore esperienza utente. All’opposto se si vuole solo rendere più fruibile da mobile il proprio sito sarà sufficiente una web app o al massimo una ibrida.

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